Come funziona la prescrizione dei debiti e quando non sei più obbligato a pagarli: le regole, i tempi e cosa fare.
Anche se dal 1 gennaio 2025 il Fisco ha concesso agli italiani un pò di respiro, c’è un aspetto che molti ancora ignorano: la prescrizione dei debiti. Non tutti sanno che, per legge, i debiti non possono durare all’infinito. Dopo un certo periodo, se il creditore non agisce, il diritto di esigerne il pagamento svanisce.
Tuttavia, questo “meccanismo” non è automatico. Sapere quando un debito si estingue e come far valere questo diritto può fare la differenza nella gestione delle proprie finanze.
Il diritto del debitore e l’importanza della documentazione
Per evitare di pagare somme non più dovute, come riportato Economiafinanzaonline, il debitore deve essere informato sui propri diritti e sulle modalità per farli valere. Un aspetto cruciale è la conservazione della documentazione relativa ai debiti. Comprese ricevute, contratti e comunicazioni ricevute dai creditori.
In caso di controversia, sarà necessario dimostrare che il termine di prescrizione è trascorso senza interruzioni. Questo può avvenire contestando formalmente la richiesta di pagamento o rivolgendosi eventualmente a un legale per far valere il proprio diritto. Ma come funziona la prescrizione?
La prescrizione dei debiti: come funziona
Il concetto di prescrizione stabilisce un limite di tempo entro il quale un debito può essere richiesto dal creditore. Trascorso questo termine, il debitore può far valere il diritto di non pagare più, purché dimostri che il periodo di prescrizione è decorso senza interruzioni.
In generale, la prescrizione ordinaria è di dieci anni e si applica a mutui, prestiti e debiti derivanti da contratti di natura generica. Tuttavia, esistono debiti che si prescrivono più rapidamente, come quelli relativi a utenze domestiche e affitti, che hanno un termine di cinque anni. Oppure multe e risarcimenti per danni, che possono cadere in prescrizione entro due anni.
È essenziale sapere che la prescrizione non è automatica. Se il debitore non fa valere il proprio diritto, il creditore può comunque avanzare richieste di pagamento. Inoltre, un semplice sollecito scritto, come una raccomandata o una diffida, interrompe il conteggio della prescrizione, facendo ripartire il termine da zero.